"la cascata sul rio melo"

Dal sapore di cibo precotto servito in vassoio a quello di una madeleine proustiana che, a bordo di una tazza di tè, naviga nelle acque lente di un torrente stanco.
Siamo di nuovo in viaggio. Siamo mano nella mano di un bambino che ritorna nei luoghi del passato per riascoltare i suoni della sua terra. Quello che c’era ora non c’è.
Questo luogo dimentico dei giocattoli di legno e di un tempo dedicato solo ad osservare, può ancora esistere. Nulla è davvero perduto se quelle acque invertono il senso per ricondurre allo scroscio fluente e corposo, a una cascata custode di sogni e fantasie, a un luogo e ad un tempo che non ci sono, eppure
sono qui.
E’ la magia di un lento cammino che risale il fiume della storia per arrivare a posare nel dimenticato il segreto più prezioso e fare di un letto d’acqua il custode di un secondo volo, quello nella memoria dell’autore.
Dalla fotografia al video, cambia il mezzo ma non il filo di uno yo-yo che oscilla tra un luogo visto ed uno impercettibile, fantasia nella realtà, sogno nella verità. Canini è ora il bambino che tocca, manipola, sposta l’oggetto della sua attenzione e ci restituisce il suo momento privilegiato, quello che non c’era ora c’è.
Leo Scarpellini