L’avventura di Omsk (Siberia) credo meriti di essere raccontata.
Durante l’estate appena trascorsa, mi chiede l’amicizia su FB un Russo, accompagnato da un messaggio in privato che mi diceva che era passato dalla mia Galleria ma aveva sempre trovato chiuso, allora prendiamo l’appuntamento per il giorno dopo.
Si presenta puntuale con moglie e figlia, era presente anche mia moglie, lei parla tre lingue, io a malapena il francese, cominciamo le presentazioni e a guardare qualche lavoro che avevo esposto in quel momento sulle pareti, mi dice che mi ha cercato perché è rimasto colpito da “Mare di silenzio” il lavoro è esposto in un albergo a Bellaria, H. Residence, dove tengono anche il libro in esposizione per far visionare ai clienti, la coincidenza ha voluto che questo signore che si chiama Vasiliy, sia anche un Professore dell’università di Omsk, e che insegni fotografia.
E fino a qui tutto normale, ci incontriamo ancora qualche volta a Bellaria diventiamo amici, e prima di partire mi dice che avrebbe piacere di portare questo lavoro nel museo della sua Città.
Naturalmente la proposta mi è piaciuta da subito, ma mi faceva sorridere il fatto che io portassi la neve del mio paese in Siberia.
Per farla breve, il caro Vasiliy riesce ad organizzare tutto, gli mando i file originali per le stampe, lui mi invia il biglietto aereo tramite internet.
Cazzo! la mostra si fa realmente, al museo di Omsk, ( che non è un paesino, ci sono un milione e mezzo di abitanti) è la cosa più “importante” che mi sia capitata di fare fino ad ora, non ho mai esposto in un museo.
Il pensiero più grande era il freddo, in questo periodo la media è -30, oggi che l’inaugurazione è appena finita -35.
Ma andiamo per ordine, parto da Bologna con scalo a Mosca, il volo è puntuale, alle 13,30 siamo sulla pista di decollo, ma cominciano a passare i minuti e l’aereo non parte, ho pensato ecco che comincia la sfiga, infatti… ci dicono che dobbiamo sbarcare perché l’aereo ha un problema ad un motore, subito il pensiero alla coincidenza di Mosca.
Il ritardo si trasforma in volo cancellato!!! Zio prete, e adesso? Niente paura, manderanno un altro aereo a prendervi a Venezia, il pullman è già pronto, ma vaffanculo!!!!
E che, quando tacca la sfiga dopo son dolori.
Due ore di pullman per arrivare a Venezia, la coincidenza ormai era andata, altra bella notizia si parte alle 23,30 ( a quell’ora sarei già dovuto essere ad Omsk) nel frattempo avevo già chiamato sia Vasiliy, sia Nadia, una ragazza di Mosca che durante l’inverno ci ha aiutato a comunicare.
Vabbè, si parte, e arrivo a mosca alle 5, Nadia mi aveva dato le informazioni giuste per poi prendere un treno, che con una sola fermata sarei arrivato alla metropolitana, e lei sarebbe venuta a prendermi, arriviamo contemporaneamente, una colazione in un locale già aperto e andiamo a casa sua.
Un’oretta di chiacchere e mi porta a visitare la Città.
Era la prima volta che andavo in Russia, quindi visitare una città che non era in programma alla fine non mi è dispiaciuto, ho visto quello che si può vedere in un giorno in una Metropoli come Mosca, anche se vedere Piazza Rossa con un mega luna park, che ne occupa metà della superficie e non la vedi nella sua ampiezza naturale, non è bello, l’architettura della pista di ghiaccio, con relativi negozietti andrebbe assolutamente rivista, comunque mi è sembrata una città piacevole, una cena, saluto Nadia, che si è dimostrata veramente un’amica, e di nuovo in aeroporto, il volo per Omsk 23,30.
Sempre assolutamente senza dormire, io in aereo non riesco più a dormire neanche se mi impasticco, il volo dura tre ore e mezza, come da Venezia a Mosca e ci sono 6 ore di differenza tra l’Italia e Omsk.
La valigia per fortuna è arrivata, e l’amico Vasiliy sulla porta ad aspettarmi, usciamo di corsa perché avevamo una registrazione alla tv della Città, il giorno di ritardo ha avvicinato tutti gli appuntamenti.
Ho un appartamento nel Campus Universitario, è un mezzo labirinto x arrivarci, ci ho preso la mano a metà settimana, chi mi veniva a prendere si perdeva sempre, così mi aspettavano nella Hall.
Il tempo di fare una doccia veloce, e poi via in macchina, passiamo a prendere l’interprete Irina, per poi andare subito allo studio della tv, eravamo in leggero ritardo, fuori alle 9,30 ancora buio pesto, ( la luce in questo periodo arriva alle dieci) con un gran traffico, sulle strade una lastra di ghiaccio, dalla fretta di prepararmi non mi ero reso conto ancora della temperatura, -27, ma si stava bene.
Non ci hanno truccato, io avevo il mio cappello copri ricci impazziti che neanche con il gel stanno apposto, (ottima idea portarlo con me, devo dire che con l’abbigliamento ci ho preso alla grande )
Ci fanno accomodare in studio, io Vasiliy e Irina, sono due i giovani conduttori, un uomo e una donna, avevano messo sul tavolo due grosse conchiglie e delle tazze con il the, qualche delucidazione e poi si parte, in una mezzora abbiamo fatto tutto, sono stato bravo, non mi sono mai bloccato, la trasmissione è tipo il nostro uno mattina.
Mi aveva accennato Vasiliy che mi avrebbero portato a fare una gita a Tara, per fare una bagna, li per li, ho detto che avevo capito, ma non era vero, e non immaginavo di essere finito nelle mani del più bel pazzo scatenato che ho conosciuto nel mondo fotografico.
Quindi di nuovo in albergo, non ricordo neppure se abbiamo mangiato, (forse si) e giù di corsa perché c’è l’autista che ci aspetta, e ci vogliono 5 ore di macchina x arrivarci! Cosaaa!?!?? Ma sono 50 ore che non dormo, sono due giorni che viaggio penso dentro di me!
Silvio, prendi abiti pesanti che la fa molto freddo, no perché qui a –30 è caldo ?
Equipaggio, l’autista, Egor, ad occhio e croce 25 anni, corporatura da bulldozer Russo, Vasiliy, il mio curatore, Elena, una ragazza molto simpatica che parla perfettamente l’Italiano, ed io, che non avevo idea di che cazzo di gita fosse.
Si parte, le strade sono naturalmente ghiacciate, l’autista ha con lui diversi marchingegni attaccati al vetro, una la classica telecamera che usano quasi tutti i ragazzi, perchè in un eventuale incidente si vede chi l’ha causato, l’altro segnalava gli autovelox.
Usciti dal traffico di Omsk, un rettilineo infinito, velocità sul ghiaccio 130 kmh, non volevo fare il rompi, ma mi cagavo addosso, anche se vedevo che il driver era un tipo sveglio, il tempo passava velocemente, ma la meta no, finalmente una sosta, era già buio, ci fermiamo in un Market, vendevano un po di tutto, noi si compra il cibo da mangiare dentro la bagna (sauna) come mangiare dentro la bagna? Come siete messi in Siberia? Mangiate nella sauna?
Comunque sto al gioco, Vasiliy che era l’unico che sapeva tutto, era sempre vago nelle risposte. mi aveva detto al mio arrivo che saremmo andati a Tara a fare la bagna. L’idea che mi stessero portando in un centro termale con tutti i comfort, cominciava a vacillare.
Infatti, al secondo incrocio che vediamo, dopo 5 ore di viaggio, giriamo a destra, ci siamo solo noi in giro, la foresta Siberiana, la neve, e un buio della madonna!
Ed eccoci arrivati finalmente alla bagna, una casetta di betulla in mezzo alla foresta, 20 km dopo Tara, era composta da un’anticamera e poi la sauna, totale non più di 15 Mq, ci accoglie un signore in felpa, che abbraccia Vasiliy.
Il buio aiutava, a vedere il meno possibile, (come in molti ristorantini di Ny, che se alzano la luce corri via) due asciugamani da bidet usati, noi in quattro, un tavolo, e una specie di letto, coperto da non so cosa.
Ma la notizia più bella ancora non era arrivata, Vasiliy con un gran sorriso mi guarda, e dice: Silvio, questa notte dormiamo qui!!!
Ecco!!! Guardo Elena sperando di incontrare nei suoi occhi uno sguardo di intesa, (della serie, col cazzo che dormiamo qui) eravamo già fradici nell’anticamera, con nessun ricambio, due asciugamani da bidet usati, fuori la foresta Siberiana, e vuoi dormire qui? Pensavo tutto questo mentre stavamo già mangiando.
Ma se devo morire fuori dall’Italia, lo voglio fare qui! In Siberia, facendo una bagna!
Allora, via dentro la Sauna, Vasiliy butta del ghiaccio sulle tavole di legno, mi dice di stendermi, mi spalma del miele sul corpo, poi comincia a frustarmi leggermente con dei rametti di Betulla e mi fa un leggero massaggio, ecco!!! Per un'attimo mi è venuto in mente l'ultimo tango a Parigi!!!i Ma per fortuna tutto normale, a parte i rametti che non avevo mai provato, poi mi dice, ora vai a buttarti nella neve e rientra nella bagna.
Ma io proprio non ci pensavo, anche perché sinceramente non avevo tutto quel caldo, ma ecco che arriva quell’animale di Egor, comincia a buttare carburante sul fuoco, (non poteva essere altro) e comincia a frustare come un folle, il mio corpo stava letteralmente prendendo fuoco, uscii di corsa dalla bagna, e mi buttai sulla neve, ma immediatamente dopo qualche attimo l’effetto è contrario, via dentro la bagna x riscaldarsi, insomma, mi hanno fatto fare una cosa impensabile per la mia mente, a Bellaria il primo bagno al mare lo faccio in Agosto!
Ora siamo nell’anticamera, tutti bagnati, senza ricambi d’abito, avevo fatto comprare una bottiglia di Vodka al peperoncino, ma a quanto pare in Siberia l’unico che beve alcool ero io, la gente che ho frequentato beve solo del The.
Praticamente, per asciugarci un po, Vasiliy ogni tanto apriva la porta esterna per abbassare la temperatura, e ti arrivava quella ventata gelida che se lo fai da noi al mare, con l’umidità che abbiamo, bene che vai, muori di polmonite acuta, ma non so come, non mi è successo niente, anzi, mi sentivo meglio.
Non so se Elena avesse detto qualcosa a Vasiliy, ma sta di fatto che verso la mezzanotte, decidono di portarmi in un caldo e confortevole albergo.
Raccogliamo tutto e partiamo in macchina verso Tara. ( il giorno dopo comunque mi hanno riportato li per vedere il posto anche di giorno)
Ci fermiamo quasi subito vicino ad alcune abitazioni, esce Vasiliy che dopo qualche minuto ci invita a scendere, entriamo da una porta secondaria, (sicuramente a quest’ora l’albergo è chiuso, ho pensato io) un corridoio, e dopo qualche metro entriamo in una camera, una sedia davanti ad uno specchio, un vecchio divano e una poltrona.
La camera del make up!
Era un Teatro, l’albergo è un Teatro, ed io comincio ad Amare quest’uomo, Vasiliy, i love you!!!
Giù a ridere come matti.
Ma voi dove dormite? Chiedo io a Vasiliy, noi ci sistemiamo in un’altra camera, e ci salutiamo, buonanotte!
Da gentiluomo quale sono, lascio il divano letto ad Elena, e io mi prendo la poltrona, e mentre si continua a ridere e prepararci per la notte, vado in bagno, che era vicino al palcoscenico, le luci notturne davano al palco quella magia che solo un teatro può creare, lo percorro fino al centro, e rimango li x qualche minuto.
Ma quando mi giro “per tornare a rifarmi il trucco”, vedo Vasiliy steso su un grosso cuscino, e il driver su un altro ai lati del palco, probabilmente l’unica camera che c’era l’avevano lasciata a noi.
Il mattino seguente, viene Vasiliy a svegliarci, e comincia a preparare il the, ha con se tutto il necessario.
Iniziamo a visitare Tara, un bel paesino, finalmente posso fare qualche foto per documentare, fa abbastanza freddo, i soliti -30 ma si sopportano benissimo, mi piacerebbe entrare in quelle casine, vedere come vivono, ma il programma è serrato, essendo arrivato con un giorno di ritardo dobbiamo correre per fare tutto.
Non avevo scaricato la scheda della mia Olympus, così andiamo a cercare un negozio, ne prendo una nuova da 16 gb, più che sufficiente, si va a pranzo, in un piccolo centro dove c’è un cinema, sala giochi e ristorante.
Ripartiamo quasi subito, Vasiliy si ferma davanti ad una biblioteca, Elena mi dice che va a scusarsi perché ieri ci aspettavano con i giornalisti, io, perché i giornalisti a Tara? Elena, ti dovevano intervistare, ok, con un cenno Vasiliy ci chiede di entrare, subito ci viene incontro una ragazza e comincia a fare domande, praticamente abbiamo dovuto aspettare fotografo e giornalista, intanto visitiamo anche un piccolo museo di oggetti locali, portati da gente comune.
La signora che raccontava con fierezza il suo museo era bellissima, una donna vestita di nero, mi ha incantato, e mi ha ricordato quanto siano importanti le proprie radici, quando lo dimentichi non sei più nessuno!
Arrivano fotografo e giornalista, che vuole intervistarmi, io chiedo se possiamo farlo fuori mentre visito anche il mercato locale, accettano e ci incamminiamo, mi sentivo in imbarazzo perché ero continuamente fotografato sembravo una persona importante, con la gente a seguito, il piccolo mercato mi è piaciuto, e ho comprato anche un paio di guanti di lana di capra, fatti da loro, sono belli e tengono un gran caldo.
Prima di partire ci invitano in un locale a prendere qualcosa di caldo, io dico, ma insomma una vera vodka Russa riesco a berla prima di partire? No vodka nei locali di Tara, ma il grande Vasiliy, si era fermato in un negozietto a prenderne una bottiglia piccola solo per farmi piacere.
E anche questo fa riflettere, lo stereotipo del Russo che beve Vodka, smettiamola di generalizzare, l’unico alcolista Siberiano ero io, loro bevono the.
Ritorniamo verso Omsk, paesaggio pianeggiante piatto, mi è familiare, lo conosco, mi fermo a fotografare la fermate degli autobus, perchè sono colorate e spiccano nel bianco, sono come i miei oggetti fotografati in “Mare di Silenzio"
Arriviamo a casa stanchi, non so gli altri, ma io ero felicissimo dell’avventura appena trascorsa.
To be continued.