Io mi fermo qui
Sulla riviera romagnola, in estate, l’autore raccoglie una collezione di personaggi, tutti ritratti di spalle, in costume da bagno, in un momento qualsiasi della giornata di relax al mare. Sono uomini e donne, singoli e coppie, gruppi di tutte le età, ognuno silenziosamente assorto alla contemplazione delle tranquille acque adriatiche.
Ma, come un tacito accordo, come un pensiero che fluttua e sospende la volontà, il mare congela quei corpi in unica posa: gambe leggermente divaricate, mani sui fianchi, sguardo perso verso l’azzurra distesa.
E’ lo sciabordio delle acque, come il suono di un piffero magico, che attira sul bagnasciuga e rivela il flusso di una comunicazione non verbale tra le persone e l’ambiente circostante, un’intima riflessione sul proprio stare al mondo. Ricerca di equilibrio, concentrazione, un attimo di isolamento assoluto nella calca dei vacanzieri: la comunicazione è aperta a molteplici significati. E tuttavia c’è un rigore in quella posa inconscia e massificata: la presa d’atto di un limite invalicabile che ci mette in attesa sulla battigia, un confessare, con il pizzico della solita arroganza umana, di essere inermi davanti alle forze della natura. Al confine tra la massa solida e quella fluida, ben posizionato il baricentro ..... ci fermiamo lì.
Cristina Paglionico